Il padiglione italiano all’interno del blocco 21 dell’ex campo di concentramento nazista di Auschwitz è stato realizzato, per volere dell'ssociazione Nazionale Ex-Deportati (Aned), da alcuni dei grandi nomi della cultura del ’900: lo studio BBPR, in particolare Lodovico Belgiojoso con la collaborazione di Enrico Peressutti e Alberico Belgiojoso, curano la progettazione architettonica. Primo Levi è incaricato di “dare voce all’opera”. La parte figurativa viene affidata a Mario “Pupino” Samonà, il coordinamento e la regia sono di Nelo Risi, mentre la musica, Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz, è composta da Luigi Nono. Il risultato è un progetto corale dove ogni elemento contribuisce a creare un’opera d’arte totale nel senso wagneriano del termine e in cui si incontrano architettura, poesia, pittura e musica. Uno spazio pensato per coinvolgere il visitatore trasformandolo in protagonista della vicenda rappresentata. Non uno spazio neutro, dove il visitatore si limita ad informarsi di eventi passati, ma un luogo coinvolgente nel quale l’esperienza personale diventa un modo per comprendere la sofferenza di quel periodo e conservarne la memoria. Nel 2016, purtroppo, questo padiglione è stato chiuso per unilaterale decisione della Direzione del Museo/KZ di Auschwitz-Birkenau, con la motivazione che si trattava di un’opera non rispondente alle linee generali per gli allestimenti delle mostre nazionali adottate in Polonia nel 1991. Le autorità polacche hanno definito il padiglione italiano un’“opera datata”, non rispondente alle necessità del presente e, pertanto, contrario alla missione di Auschwitz - Museo. Il memoriale italiano smontato ad Auschwitz sarà probabilmente ricostruito in Italia. Quest’opera quindi non andrà persa, ma sicuramente sradicata dal contesto del campo di Auschwitz perderà il suo significato profondo e quella connessione speciale tra il memoriale e il blocco 21. Ciò apre una riflessione sul significato di quegli spazi e sul valore che hanno Storia, Memoria e Arte come veicoli di trasmissione.
BBPR. Il padiglione italiano ad Auschwitz/BBPR. Italian pavilion of Auschwitz / PORTOGHESI TUZI, Stefania. - In: ABITARE LA TERRA. - ISSN 1592-8608. - STAMPA. - (2018), pp. 46-49.
BBPR. Il padiglione italiano ad Auschwitz/BBPR. Italian pavilion of Auschwitz
Stefania Tuzi
2018
Abstract
Il padiglione italiano all’interno del blocco 21 dell’ex campo di concentramento nazista di Auschwitz è stato realizzato, per volere dell'ssociazione Nazionale Ex-Deportati (Aned), da alcuni dei grandi nomi della cultura del ’900: lo studio BBPR, in particolare Lodovico Belgiojoso con la collaborazione di Enrico Peressutti e Alberico Belgiojoso, curano la progettazione architettonica. Primo Levi è incaricato di “dare voce all’opera”. La parte figurativa viene affidata a Mario “Pupino” Samonà, il coordinamento e la regia sono di Nelo Risi, mentre la musica, Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz, è composta da Luigi Nono. Il risultato è un progetto corale dove ogni elemento contribuisce a creare un’opera d’arte totale nel senso wagneriano del termine e in cui si incontrano architettura, poesia, pittura e musica. Uno spazio pensato per coinvolgere il visitatore trasformandolo in protagonista della vicenda rappresentata. Non uno spazio neutro, dove il visitatore si limita ad informarsi di eventi passati, ma un luogo coinvolgente nel quale l’esperienza personale diventa un modo per comprendere la sofferenza di quel periodo e conservarne la memoria. Nel 2016, purtroppo, questo padiglione è stato chiuso per unilaterale decisione della Direzione del Museo/KZ di Auschwitz-Birkenau, con la motivazione che si trattava di un’opera non rispondente alle linee generali per gli allestimenti delle mostre nazionali adottate in Polonia nel 1991. Le autorità polacche hanno definito il padiglione italiano un’“opera datata”, non rispondente alle necessità del presente e, pertanto, contrario alla missione di Auschwitz - Museo. Il memoriale italiano smontato ad Auschwitz sarà probabilmente ricostruito in Italia. Quest’opera quindi non andrà persa, ma sicuramente sradicata dal contesto del campo di Auschwitz perderà il suo significato profondo e quella connessione speciale tra il memoriale e il blocco 21. Ciò apre una riflessione sul significato di quegli spazi e sul valore che hanno Storia, Memoria e Arte come veicoli di trasmissione.File | Dimensione | Formato | |
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